Silenzio assoluto sull’IMU: dovremo pagare l’acconto il prossimo 16 giugno?
Imu un grattacapo che affligge milioni di italiani.

FOTO SAN FELE ( Potenza).- BASILICATA
A
circa un mese dalla scadenza dell’acconto ed ancora in attesa dell’emanazione
del decreto aprile, poi divenuto decreto maggio (o decreto rilancio) e, a
quanto pare, ormai in fase di pubblicazione, ancora non si sa nulla di sicuro
in merito ad una eventuale posticipazione del termine del 16 giugno per
l’adempimento riguardante l’IMU
L’imposta, peraltro del
tutto riformata dalla Legge 160/2019 che ha abolito la TASI aumentando però di
conseguenza le aliquote massime dell’IMU, sarebbe infatti dovuta, in assenza di
provvedimenti specifici, entro il 16 giugno per la rata di acconto ed entro il
16 dicembre per la rata di saldo.
Le difficoltà dietro una
eventuale scelta di sospensione sono senza dubbio legate al fatto che l’IMU è
una imposta comunale (seppur normata da legge statale) e un blocco nazionale
della stessa è da valutare con i comuni per capire l’impatto che essa avrebbe,
soprattutto nei comuni che vi fanno affidamento per pagare vari servizi che
forniscono alla cittadinanza.
Proposte di sospensione
collegate all’emergenza
Nei mesi passati si sono
rincorse alcune voci: dalla proposta, nata in sede ANCI, di far decidere i
singoli comuni; alla proposta di non prevedere sanzioni in caso di tardività;
alla proposta, infine, di posticipare per tutti la scadenza al 31 luglio o,
addirittura, al 30 novembre.
Certamente la prima
proposta, che sarebbe la più equa per i comuni, lasciando a loro, in base
all’effettiva tenuta delle casse comunali, la scelta di posticipare il termine,
è praticamente poco percorribile.
Basti immaginare la
confusione per i contribuenti che hanno immobili in più comuni diversi, con
previsioni magari diverse in merito alla sospensione.
E allora la possibilità di
pagare in ritardo senza sanzioni? Anche in questo caso la norma agevolatrice
andrebbe precisata con più attenzione, concedendo termini dilatori ma con un
termine finale per non rischiare ulteriore confusione.
La proposta più accreditata,
almeno pare, potrebbe essere quella di un rinvio operato a livello nazionale;
anzi nelle prime indiscrezioni sui contenuti del decreto aprile vi era anche
questa sospensione.
Nell’ultimo periodo però non
se ne è più saputo nulla ed anzi c’è da temere che il decreto, quando a giorni
uscirà, non conterrà la tanto auspicata disposizione, avendola sostituita con
altre misure fiscali.
Vero è che la sospensione
potrebbe causare danni ad alcuni comuni ma, d’altro canto, oggi che timidamente
ci affacciamo alla fase due, davvero possiamo ritenere corretto far pagare
immediatamente e magari con aliquota aumentata l’IMU (se non addirittura farla
pagare tout court) ai proprietari di seconde case (proprio quelle che generano
il gettito IMU) che non possono raggiungere e utilizzare?
Almeno una sospensione è
quindi auspicabile. Vedremo comunque a breve quali decisioni verranno prese,
che siano esse di respiro locale o nazionale.
Ultime indiscrezioni sul
decreto Rilancio
L’ultima novità, in attesa
della pubblicazione del decreto, pare essere la cancellazione della rata di
giugno ma solo per alberghi e stabilimenti balneari; ma anche qui a patto che
possessore dell’immobile e gestore dell’attività siano la stessa persona.
Nessuna cancellazione, pare, per capannoni e centri commerciali che pagano
quindi IMU erariale ma le cui entrate servono allo Stato per rimpinguare le sue
casse provate dall’emergenza. Tutto tace per l’IMU residenziale, per le
questioni e considerazioni già dette.
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