SAN FELE. LA NEVIERA DI CASA DONOFRIO EX RUGGIERO
CASA DONOFRIO EX RUGGIERO
Le antiche neviere che cosa erano?
Il termine neviera è ormai in disuso. Indicava un luogo sotterraneo, utilizzato per immagazzinare la neve caduta nei mesi invernali, sotto forma di ghiaccio, da utilizzarsi sia per la conservazione di alimenti sia per refrigerare bevande. Possiamo dire che le neviere erano enormi freezer dell’antichità. La collocazione della neviera non era affatto casuale. Veniva scavata nelle zone più ombrose e ventilate, con l’ingresso verso nord, per garantire la conservazione del ghiaccio fino al periodo estivo. In alcune zone come Monteforte erano scavate nella pietra tufacea e raggiungevano dimensioni importanti, con un diametro di quasi 10 metri e una profondità di dodici metri.
La lavorazione della neve
La neve raccolta veniva ammassata nelle neviere a strati, alternati da foglie secche, paglia e talvolta anche ginestre, in modo da creare uno strato isolante effetto “cuscinetto” volto ad impedirne lo scongelamento.
Il ghiaccio veniva ottenuto pressando con i piedi la neve. Tagliato in blocchi di cinque o sei kg con appositi attrezzi a mò di sciabole, avvolto in panni di iuta e trasportato su carretti. Anche le donne partecipavano attivamente trasportando la neve raccolta con cestini in testa. Così lavorata, la neve trasformata in ghiaccio, riusciva a conservarsi per mesi, fino alla calura estiva. Coloro che lavoravano nella neviera avevano abiti molto pesanti e portavano delle ghette copri scarpa in canapa fino al ginocchio, per un duplice effetto: sia per proteggersi dal freddo, sia per preservare la neve da contaminazioni.
Le neviere, il freezer del passato
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