Potenza, sindaci dei Comuni della provincia contro il dimensionamento scolastico



Accorpamenti, chiusura di direzioni didattiche, smembramenti
I sindaci dei Comuni lucani della provincia di Potenza sono sul piede di guerra per le decisioni assunte nel piano triennale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche della regione Basilicata – 2018/2021. Sul tavolo la continuità didattica e la preoccupazione per la perdita di iscritti nonché di plessi.

A San Fele l’istituto cittadino verrà spostato in un altro ambito, ovvero dal comune di Rapone al comune di Bella. Afferma il sindaco Donato Sperduto: "Chiediamo di mantenere San Fele, che potrebbe essere comune aggregatore, con Rapone e l'aggregazione ad Atella in virtù di un passato comune che non si può interrompere.  Invito il Consiglio regionale a rettificare questa proposta con un minimo di buon senso, con una soluzione che unifichi il territorio". Appello condiviso dalla sindaca di Rapone Felicetta Lorenzo, che sottolinea come lo stesso consiglio di istituto e la popolazione scolastica si siano  espressi contro il passaggio di San Fele nel così detto “ambito 2”: "Se viene riconosciuta l'iscrizione già richiesta dei 95 migranti residenti nell'area - aggiunge -raggiungiamo i numeri richiesti. Con la legge sui piccoli Comuni, inoltre, potrebbero scattare altre salvaguardie". Il passaggio coinvolgerebbe anche Ruvo del Monte. Aggiunge il sindaco Donato Carmine Romano: “Ci smembrano l'istituto comprensivo di San Fele, che va con Bella mentre Ruvo del Monte e Rapone vanno con Atella. Sarebbe più facile che Atella venisse associato a San Fele".

San Chirico Nuovo, invece, dovrà affrontare la chiusura di due direzioni scolastiche su quattro: “Il passaggio da Tolve ad Oppido creerà non poche difficoltà – denuncia il sindaco Vincenzo Baldassarre – perché si tratta di aree agli estremi. Il nostro disegno è di accorpare San Chirico, Albano e Campomaggiore con Tolve, con cui facciamo molte attività, portando avanti autonomamente l’obiettivo di superare le pluriclassi ma così il piano scontenta praticamente tutti". Ad appoggiarlo il sindaco di Tolve Pasquale Pepe che afferma: "Con la proposta del sindaco di San Chirico nessun comune sarebbe svantaggiato. Serve un piano corrente, logico e imparziale. Così non è. La proposta è incoerente, sono stati usati due pesi e due misure, non sono state osservate le prescrizioni delle linee guida. Chiediamo che degli attuali quattro istituti comprensivi ne vengano mantenuti tre: Oppido, Tolve con Albano e Campomaggiore,  Laurenzana, accorpando il resto e garantendo così una soglia di circa 500 alunni per ogni istituto. Questo semplice disegno non porterebbe danni a nessuno e consentirebbe di tener fede alla volontà dei sindaci e alle linee guida".

Di parere opposto la sindaca di Oppido Lucano, Antonietta Fidanza, per la quale la procedura adottata per la definizione del piano si è svolta nella massima legittimità. "Ormai - dice - noi ragioniamo in termini di razionalizzazione dei  servizi in ambito territoriale, superando i campanilismi. Ho appreso con stupore la posizione del Comune di Tolve, abbiamo servizi condivisi, abbiamo aderito al distretto turistico, stiamo costituendo il Gal". E aggiunge: “Non c'è nessuna soppressione, la scuola resta dov'è, c'è solo il trasferimento della dirigenza scolastica".

Stessa sorte di smantellamento toccherebbe a Satriano di Lucania. Il primo cittadino Vicenzo Pascale contesta il disegno della Provincia "di smantellare l'istituto comprensivo con un nuovo istituto che unisce Savoia, Sant'Angelo, Satriano con la presidenza a Brienza. Si tratta di una cosa assurda, le linee guida sono un indirizzo che va rapportato ai territori, Satriano è un paese centrale e la percorrenza è minore rispetto a Brienza. Chiediamo che ci sia l'accorpamento ma che la direzione resti a Satriano, per la posizione geografica e per i trasporti". Sulla stessa posizione la sindaca di Savoia di Lucania Rosina Ricciardi che evidenzia come quello del suo comune sia “un territorio frastagliato, con frazioni che distano anche 13 chilometri e 71 bambini che vengono dalle frazioni. Se la direzione va a Brienza  - afferma - le famiglie iscriveranno i loro figli a Picerno e così rischiamo di chiudere la scuola".

Dal canto suo il sindaco di Terranova del Pollino Francesco Ciancia denuncia "l'idea scellerata di aggregare la scuola di Terranova di Pollino all'istituto comprensivo di Viggianello", segnalando che “per quattro o cinque mesi all'anno, a causa della condizione della viabilità, ci vuole 1 ora e mezza per raggiungere Viggianello. Siamo una comunità montana, abbiamo tanti problemi, per mantenere vive le comunità facciamo i salti mortali. Chiediamo di essere lasciati con Senise. La Val Sarmento tra l'altro ha avuto pochi giorni fa un finanziamento di 1,8 milioni per un polo unico scolastico".

Infine, lo smembramento dell’istituto superiore “Enrico Fermi” di Muro Lucano: il liceo scientifico verrebbe accorpato con il Pasolini di Potenza, l’I.P.I.A.S. di Pescopagano e l’I.T.I.S. di Picerno, entrambi facenti parte dell’Istituto
d’Istruzione Superiore murese, il primo al “Giorgi” di Potenza e il secondo all’I.T.I.S. “Einstein” sempre di Potenza.

Il Consiglio regionale della Basilicata, in vista delle diverse richieste avanzate in quarta commissione, si riunirà in seduta straordinaria lunedì 15  gennaio 2018 alle 10 nell’aula Dinardo del palazzo della Giunta regionale proprio per discutere del piano di dimensionamento scolastico.
ANNA MARTINO

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